domenica 8 dicembre 2013
lunedì 18 novembre 2013
lunedì 7 ottobre 2013
domenica 6 ottobre 2013
Andrea Segre: "Si ma allora, come si fa? Possiamo mica prenderli tutti qui, no?"
giovedì 19 settembre 2013
lunedì 16 settembre 2013
venerdì 10 maggio 2013
venerdì 3 maggio 2013
mercoledì 1 maggio 2013
domenica 10 marzo 2013
Mitologia e costumi antichi
Il podcast sulla mitologia lo trovate, oltre che su I-tunes, al link seguente:
http://www.rai.it/dl/Radio2/sito/PublishingBlock-3acc6f9b-1da2-43dd-89f1-6df2416d2813-podcast.html
Invece, a questo link un interessante podcast sui costumi della Grecia antica:
http://www.isart.bo.it/deepenings/index.php?id=67
http://www.radio.rai.it/radio2/alleotto/sexandthepolis/#
http://www.rai.it/dl/Radio2/sito/PublishingBlock-3acc6f9b-1da2-43dd-89f1-6df2416d2813-podcast.html
Invece, a questo link un interessante podcast sui costumi della Grecia antica:
http://www.isart.bo.it/deepenings/index.php?id=67
http://www.radio.rai.it/radio2/alleotto/sexandthepolis/#
martedì 26 febbraio 2013
C’è qualcosa più forte dell’odio?
Di Corrado Poli
“C’è qualcosa più forte dell’odio in natura?” domanda un
amico di FB, credendo di sollevare un quesito solo retorico. Invece io d’impeto
gli rispondo: “Certo, l’amore e la compassione propria degli esseri umani e di
alcuni altri animali”. Sono stati proprio questi sentimenti che hanno
consentito agli esseri umani di prevalere su tutte le altre specie. Nel bene e,
oggi, anche nel male, poiché la nostra sta diventando una specie infestante
incapace di limitare la propria capacità di imporsi e deteriorare il pianeta.
Prima che gli esseri umani prendessero coscienza del proprio
potere sulla natura, sognavano la forza del leone e l’estraneità alla terra di
un’aquila capace di vivere da sola nei cieli e scendere di tanto in tanto a
procurarsi il cibo. Riecheggia questo dubbio e questa invidia nella mitologia e
nelle religioni antiche, dove alcuni animali erano considerati divinità. Famoso
è il coro dell’Antigone in cui si paragona il piccolo uomo che non è nulla di
fronte alla grandezza della natura, ma allo stesso tempo la domina con il
linguaggio e con la politica.
La capacità di collaborare, di aiutarsi l’uno con l’altro,
di “com-patire” – dividere con gli altri i piaceri e i dolori – hanno
consentito agli esseri umani di lavorare in gruppo, di dividersi i compiti.
Hanno permesso loro di proliferare poiché gli uomini aiutavano e nutrivano le
donne gravide e contribuivano al mantenimento dei figli che a un certo punto cominciarono
a riconoscere come propri e a formare delle famiglie.
Questo atteggiamento non è solo culturale, è anche genetico:
van de Waal in una nota ricerca ha scoperto come altri animali superiori
sappiano provare gli stessi sentimenti di bontà e di amore e questi sentimenti
consentono loro di operare collettivamente. Le religioni che accomunano tutte
le culture hanno ratificato questi atteggiamenti trasformandoli in regole
morali e religiose.
Potremmo pensare che il comportamento non violento degli esseri
umani sia solo una questione etica, un dovere cui dobbiamo sottostare per
appartenere alla società. Invece questo modo di agire è anche conveniente. Le
società meno violente sono quelle in cui il tenore di vita è più elevato. Lo è
sempre stato nel corso dei secoli.
È vero allora che oggi prevale il più violento e aggressivo?
Può succedere, ma solo in qualche occasione e per breve tempo. La forza della
compassione, della tolleranza e della cooperazione alla fine prevale sempre.
Purtroppo succede di passare attraverso periodi bui o di vivere situazioni
critiche in cui la pietà s’eclissa e i violenti prevalgono. O succede che gli
esseri umani non sappiano più controllare la forza che hanno acquisito, come
sta accadendo ora nei confronti di una natura soggiogata e sfruttata e perciò
progressivamente distrutta.
La violenza è quindi prima di tutto sciocca e
controproducente. La caratteristica meno umana della nostra specie. La persona
“forte” non è mai quella che usa la violenza fisica, né quella morale. Usa la
violenza chi ha paura, chi non sa applicare le doti superiori
dell’intelligenza. Chi usa la violenza è un perdente perché non otterrà mai
quello che cerca… e quel che cerca l’essere umano è il sentimento che gli è
più proprio, cioè la condivisione, l’amore, lo stare insieme.
martedì 19 febbraio 2013
La guerra di Troia
LE CAUSE DELLA GUERRA DI TROIA
IL MITO
Secondo
il mito Eris, dea della discordia, non venne invitata al banchetto per le
nozze dei genitori di Achille. Per vendicarsi ella fece cadere sulla tavola
una bellissima mela d’oro con su scritto <<Alla più bella>>. Le
dèe Era, Afrodite e Atena cominciarono a litigare ma Zeus decretò che sarebbe
stato un uomo, Paride figlio di Priamo re di Troia, a decidere chi fosse
degna del pomo.
Allora
Era promise a Paride che, se l’avesse scelta, gli avrebbe dato il dominio
sull’Asia; Atena invece gli promise la saggezza e l’invincibilità; Afrodite
gli assicurò che, se l’avesse fatta vincere, gli avrebbe fatto sposare la
donna più bella del mondo cioè Elena, moglie di Menelao, re di Sparta.
Paride
fece vincere Afrodite. La dèa, perciò, fece un incantesimo su Elena che, non
appena vide Paride, andato nel suo palazzo in missione diplomatica con i suoi
fratelli, se ne innamorò e fuggì con lui a Troia.
Menelao, chiamati altri re Achei in aiuto, mosse guerra alla
città di Troia per riprendersi sua moglie.
|
LA STORIA
Troia
sorgeva all'imbocco dello stretto dei Dardanelli (l'Ellesponto), sul lato
turco, e sembra che all'epoca dei fatti (circa il
Per questo motivo gli Achei (micenei) desideravano
impossessarsene e la attaccarono, cingendola d’assedio.
|
mercoledì 6 febbraio 2013
MINOTAURO
Il mito ci porta a Cnosso,
sull'isola di Creta dove, in un favoloso palazzo, viveva il re Minosse. Un
giorno Poseidone inviò sull'isola un magnifico toro bianco perché Minosse lo
sacrificasse, ma questi si rifiutò di ucciderlo. Il dio ne fu tanto oltraggiato
che fece perdutamente innamorare del toro a lui destinato la regina Pasifae.
Con l'aiuto di Dedalo, che costruì per lei una giovenca di legno entro la quale
celarsi, la regina attirò a sé il toro bianco. Frutto di questa unione fu una creatura
dal corpo di uomo e testa di toro, il Minotauro: Dedalo fu incaricato di
costruire una prigione sicura per il mostro. Realizzò una struttura formata da
un tale intrico di strade che chiunque vi entrasse non potesse più uscirne: il
dedalo, appunto. Il Minotauro si cibava esclusivamente di carne umana: furono
gli esiti della guerra tra Creta e Atene a offrire la soluzione a questo
problema. Quella di Atene fu una resa senza condizioni: Minosse poté imporre,
tra l'altro, di inviare sull'isola ogni anno sette ragazzi e sette
fanciulle da sacrificare al mostro. Così, alla scadenza stabilita, a primavera
una nave dalle vele nere salpava dal Pireo con a bordo i quattordici giovani
ateniesi, finché Teseo, figlio del re Egeo, non decise di fare qualcosa per
porre fine a questa condanna. Partì per Creta con gli altri giovani destinati
al Minotauro, nonostante le proteste del padre, convinto che non lo avrebbe più
rivisto. Teseo gli promise che se l'impresa fosse riuscita, la nave sarebbe
rientrata spiegando delle vele bianche. Giunti a Creta, i giovani vennero
accolti con un sontuoso banchetto, durante il quale la principessa Arianna,
figlia di Minosse, s’innamorò di Teseo e decise di salvarlo: gli diede una
spada con la quale uccidere il mostro e un gomitolo di filo da utilizzare per
poter ritrovare l'ingresso del dedalo. Teseo riuscì a uccidere il Minotauro e
Arianna aprì a lui e alle altre vittime la grande porta di bronzo all'uscita. Così
Teseo, i suoi giovani compagni e Arianna ripartirono alla volta di Atene.
Arianna fu però abbandonata sull'isola di Nasso e Teseo, dimentico della
promessa, arrivò ad Atene con la nave dalle vele ancora nere: Egeo non resse al
pensiero di aver perso il figlio e si gettò da Capo Sunio, in quel mare che da
lui prese il nome.
domenica 3 febbraio 2013
Le grandi migrazioni dell'Età del ferro
Nel II millennio a.C., il clima mite, la fertilità dei suoli e l'abbondanza d'acqua, attrassero popolazioni, molto probabilmente provenienti dalle steppe asiatiche, nella cosiddetta Mezzaluna fertile e lungo le coste del Mediterraneo. Secondo la fonte biblica (I libro - Genesi), tutti i popoli discenderebbero dai figli di Noè, Sem, Cam e Jafet:
- da Sem i Semiti a cui appartengono Assiri, Babilonesi, Fenici, Ebrei, Arabi;
- da Cam i Camiti di cui fanno parte Libici ed Egizi;
- da Jafet gli Iafeti detti anche Arii e Indoeuropei tra i quali rientrano Medi-Persiani, Ittiti, Slavi, Celti, Greci, Italici.
- da Sem i Semiti a cui appartengono Assiri, Babilonesi, Fenici, Ebrei, Arabi;
- da Cam i Camiti di cui fanno parte Libici ed Egizi;
- da Jafet gli Iafeti detti anche Arii e Indoeuropei tra i quali rientrano Medi-Persiani, Ittiti, Slavi, Celti, Greci, Italici.
venerdì 1 febbraio 2013
Civiltà Minoica
Alcuni link utili per lo studio della Civiltà Minoica:
http://www.homolaicus.com/storia/antica/grecia/minosse/minoica.htm
http://www.homolaicus.com/storia/antica/grecia/minosse/minosse.htm
http://www.parodos.it/potpourriciviltaminoica.htm
mercoledì 16 gennaio 2013
Claudio
Etichette:
Claudio,
imperatori romani,
Lawrence Alma-Tadema
martedì 8 gennaio 2013
giovedì 3 gennaio 2013
Iscriviti a:
Post (Atom)